Nicole Concato

Nome: Nicole Concato

Provenienza: Ingegneria dei Sistemi Edilizi

Posizione attuale: Progettista ufficio tecnico Aderma srl

Perché hai scelto di studiare ingegneria edile nel tuo percorso di laurea magistrale dopo la triennale?

Ingegneria edile rappresentava il completamento del percorso di studio di laurea triennale in ingegneria edile e delle costruzioni ed era più in linea con la mia personale idea di formazione per un futuro lavoro. Dai tempi delle superiori mi sono sempre immaginata in uno studio di progettazione, in cui poter affrontare le più svariate problematiche e ingegneria edile mi avrebbe dato l’opportunità di approfondire su più fronti quelle che erano già le conoscenze acquisite nel percorso triennale: architettonico, strutturale ed energetico. Un altro aspetto fondamentale per la scelta è stata l’importanza data da ogni corso di studio al risvolto pratico di ciò che veniva studiato a livello teorico: nella maggior parte dei corsi è previsto da programma un lavoro di gruppo su casi di studio reali e simulazioni di progetti potenzialmente realizzabili.

Quali sono le principali difficoltà che hai affrontato e come le hai superate?

Se il risvolto pratico da una parte permette di metterti alla prova ogni giorno su quello che viene studiato a livello teorico, dall’altro lato richiede tempo e organizzazione. La soluzione definitiva per me è stata nella scelta del gruppo di lavoro e dei corsi con argomenti che più sposavano le mie passioni, in modo da rendere il tutto quanto più piacevole e interessante possibile. Nel mio gruppo di lavoro il punto forte è stata l’amicizia e la risata, componenti fondamentali che ci hanno permesso di lavorare in armonia senza mai perdere il punto di arrivo.

Quali sono le opportunità che questo corso di laurea ti ha offerto e in che modo ti sono state utili nello sviluppo della tua carriera?

Il lavoro in team (4-10 persone) con i colleghi durante l’elaborazione dei progetti richiesto dai primi anni del corso triennale fino all’ultimo semestre della magistrale, ha dato l’opportunità di imparare a gestire più persone, con i rispettivi ragionamenti e impegni, quindi eventuali conflitti, distribuzione dei compiti e confronti finali. Tutti aspetti fondamentali sul campo lavorativo, soprattutto nel nostro settore dove bisogna sempre interfacciarsi con qualche altra figura, sia a livello progettuale che cantieristico. Inoltre, la possibilità di toccare con mano l’aspetto pratico e potenzialmente lavorativo già all’interno dell’aula universitaria ha permesso di capire le preferenze su quello che mi sarebbe piaciuto affrontare come esperienza lavorativa, potendo quindi scegliere più coscientemente le possibilità di stage curricolari e poi le prime possibilità lavorative. Inoltre, l’intero percorso di studi non insegna come risolvere il singolo problema ma dà tutti gli strumenti necessari per gestire l’approccio a un generale quesito e fornisce tutti gli strumenti necessari per trovare una o più soluzioni, senza avere uno schema univoco da seguire.

Hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi? In che modo ritieni che questa esperienza abbiano arricchito la tua formazione?

Non ho purtroppo avuto la possibilità di affrontare un’esperienza all’estero, ma sono comunque contenta della continuità di formazione ottenuta presso le aule del Politecnico di Milano. Ho avuto però l’occasione di partecipare a un seminario di ACME “Design of self-sufficient prefabricated modular units” in cui sono state affrontate delle lezioni frontali in lingua inglese seguite poi dalla divisione dei partecipanti in piccoli gruppi, con lo scopo di realizzare uno studio fattibilità tecnico-economica di un modulo abitativo prefabbricato. È stata una buona occasione per potersi confrontare, anche se per poco, con colleghi di altre università e con background universitari differenti.