
Perchè hai scelto di studiare ingegneria edile nel tuo percorso di laurea magistrale dopo la triennale?
Ho sempre avuto la passione per le grandi costruzioni: prima le navi, poi gli aerei ed infine i grattacieli. Sono sempre stato attratto dalla tecnologia e l’ingegneria che si nasconde dietro a questi oggetti; tuttavia, non sapevo quale aspetto mi interessasse di più. Dopo aver seguito diverse presentazioni di corsi di studi, tra Milano e Genova, ho capito che Ingegneria Edile al Politecnico mi avrebbe permesso di approfondire un vasto campo di aspetti legati alla progettazione degli edifici, da quello tecnologico/impiantistico, a quello strutturale e di cantiere e di capire quale mi appassionasse maggiormente.
Durante la laurea triennale ho sviluppato un particolare interesse per gli aspetti legati alla tecnologia, soprattutto per quello che riguarda l’involucro edilizio. Il corso magistrale di Ingegneria Edile era dunque la perfetta prosecuzione di quel percorso, dandomi la possibilità di approfondire gli aspetti che mi avevano affascinato, con un taglio più tecnico e approfondito rispetto alla laurea triennale.
Quali sono le principali difficoltà che hai affrontato e come le hai superate?
Non nascondo che l’approccio con l’università, soprattutto all’inizio e durante la triennale, sia stato complicato. Cambia tutto rispetto alle scuole superiori, devi metterti in gioco.
Durante la laurea magistrale ho imparato ad apprezzare e godermi il percorso e le materie che studiavo. Penso che questo cambio di approccio sia dovuto alla possibilità di scegliere una specifica direzione di studi. Questo mi ha aiutato a vivere i due anni di Master con più tranquillità, concentrandomi sulle materie che avevo scelto. Penso che questo mi abbia aiutato ad essere più motivato nello studio e ad affrontare i corsi con maggiore sicurezza e consapevolezza rispetto alla laurea triennale.
Quali sono le opportunità che questo corso di laurea ti ha offerto e in che modo ti sono state utili nello sviluppo della tua carriera?
La cosa più importante che mi ha lasciato questo corso di studi è l’approccio ingegneristico, l’approccio critico e pragmatico nell’affrontare le sfide della progettazione. Ho capito che non è importante saper usare un software o uno strumento – è una cosa che chiunque può imparare – ma è importante conoscere i concetti ingegneristici di base per analizzare i risultati con occhio critico. Con gli anni ho capito che questa è una delle capacità più apprezzate nel mondo lavorativo e grazie alla quale gli ingegneri laureati al Politecnico di Milano fanno la differenza.
Hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi? In che modo ritieni che questa esperienza abbiano arricchito la tua formazione?
Svolgere esperienze all’estero durante gli studi è sempre stata una mia priorità.
Per fortuna, nonostante il periodo Covid, ho avuto la possibilità di svolgere un percorso di scambio semestrale presso l’Università di Loughborough (Regno Unito) all’ultimo anno di magistrale. Questa esperienza, oltre ad avermi arricchito come persona, mi ha dato la possibilità di sperimentare un sistema universitario diverso da quello italiano e del Politecnico, completando il bagaglio di conoscenze con una formazione orientata ad obiettivi più pratici.
Dopo l’Erasmus ho effettuato un tirocinio di sei mesi presso l’azienda dove attualmente lavoro a Londra. Durante questo periodo, ho anche sviluppato la tesi di laurea magistrale.
Questo passo è stato fondamentale per capire le dinamiche lavorative nel Regno Unito e per porre le basi di quello che è poi diventato il mio attuale impiego.