Cosimo Razeto

Nome: Cosimo Razeto

Provenienza: Milano, Italia

Posizione attuale: Cleanroom Engineer

Perché ha scelto di studiare Ingegneria Edile nella laurea magistrale dopo la laurea triennale?

    Lo studio dell’ingegneria mi ha sempre affascinato, ma avevo iniziato gli studi di architettura per paura della complessità della matematica, della fisica e della chimica. Quando si è al liceo, infatti, ingegneria al Politecnico può far paura. Quando ho terminato la laurea triennale, però, ho capito il mio errore, che quella disciplina non faceva per me e che dovevo intraprendere un percorso che mi appassionasse davvero, a prescindere dalla complessità delle basi teoriche. L’opportunità di studiare ingegneria edile mi ha aperto la strada a una carriera nella tecnologia, che oggi non è necessariamente limitata al settore civile.

    Quali sono le principali difficoltà che ha incontrato e come le ha superate?

      Venendo da una laurea in architettura, ho dovuto recuperare quelle basi che avevo affrontato solo in parte, impegnando diversi mesi per recuperare i crediti formativi soprattutto in analisi e calcolo strutturale. Ricordo bene quel periodo difficile come una sfida personale, sia con me stesso sia con chi pensava che fosse un obiettivo troppo ambizioso.
      La motivazione che mi ha spinto è stata quella di immaginare cosa avrei potuto fare dopo, le possibilità che una formazione in questa disciplina mi avrebbe aperto. Penso che si tratti di un percorso impegnativo, ma se si è appassionati, non deve spaventare.

      Quali opportunità ti ha offerto questo corso di laurea e come ti sono state utili per lo sviluppo della tua carriera?

        L’ingegneria edile ha la particolarità di essere una disciplina che non si limita a pochi aspetti della professione ingegneristica, soprattutto quella civile, ma permette di esplorare un’ampia gamma di possibilità. Ho colleghi che sono architetti, ingegneri strutturisti o che lavorano nei cantieri, settori che rappresentano la naturale prosecuzione di questa professione. Tuttavia, conosco persone che lavorano come ingegneri ambientali, nella gestione di grandi aziende. Io stesso svolgo il lavoro dell’ingegnere meccanico.
        Se si considera la flessibilità e il dinamismo del mercato del lavoro, non credo che esista un corso di studi più adatto di questo per una persona che proviene da un background nel settore edile/civile.

        Hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi? In che modo ritieni che queste esperienze abbiano arricchito la tua formazione?

          Ho potuto svolgere un’esperienza di Erasmus presso l’Università Tecnica di Praga e un periodo successivo al New York Institute of Technology. In tanti dividono il loro periodo all’università in un “prima” e “dopo” uno scambio all’estero. Un’esperienza all’estero non è solamente studiare con un metodo diverso, ma è soprattutto un momento di crescita personale estremamente formativo. Abbiamo tanti professori e studenti stranieri al Politecnico per potersi confrontare con diversi modi di apprendimento, ma uscire dalla propria comfort zone sperimentando la vita in un’altra nazione ti rende più indipendente, allarga l’orizzonte del tuo percorso, spingendoti dopo la laurea a considerare destinazioni che prima non avresti immaginato.